domenica 5 aprile 2020

Il mito di Er STEP #04

Il mito di Er è stato scritto dal filosofo greco Platone e fa parte della sua opera "La Repubblica".

RIASSUNTO DEL MITO

Repubblica (ii, iii, iv). traduzione e commento di giuseppe ...
Platone - La Repubblica
Il mito racconta di Er il quale, quando stava per venire bruciato sulla pira funebre dopo essere caduto in battaglia, si risvegliò e descrisse quanto aveva visto nell'aldilà.
Si era ritrovato dove i giudici delle anime le analizzavano per decidere se fossero destinate al cielo o sotterra e per infliggere loro castighi o per premiarle, ed essi gli intimarono di osservare tutto ciò per poterlo riferire in seguito.
Le anime dopo alcuni giorni arrivavano nel luogo dove si trovava la dea Ananke, madre delle tre Moire: Cloto, Lachesi e Atropo che erano accanto a lei.
Le anime si presentavano a Lachesi una alla volta e questa tra numerosi destini ne sorteggiava alcuni tra i quali le anime dovevano scegliere il futuro tipo di vita mortale. 
In seguito Lachesi attribuiva a ciascuna anima il daimon per far sì che si realizzasse l'esistenza decisa; poi Cloto ne consolidava la sorte e Atropo faceva sì che divenisse immodificabile.
Giunte infine al fiume Lete tutte le anime, tranne Er, dovettero berne l'acqua che da l'oblio.
Durante la notte attraverso un terremoto le anime si ritrovarono catapultate nella nuova esistenza, mentre Er si destò sul rogo funebre e potè spiegare come sia possibile vivere in modo giusto e saggio sia nella vita terrena che nell'aldilà grazie ai ricordi dell'esistenza passata.


COLLEGAMENTO CON IL DETERMINISMO
Platone in questo mito esprime il concetto di una scelta che avviene in misura determinata e con possibilità determinate: tale scelta è pertanto limitata e condizionata. Infatti questo mito racconta come le anime debbano scegliere il tipo di vita al quale sarà legata la loro esistenza futura dopo l'incarnazione.
File:Bernardo Strozzi Le tre Parche.jpg - Wikipedia
Le tre Parche - Bernardo Strozzi
Le tre Moire Cloto, Lachesi e Atropo sono così raffigurate nell'arte: Cloto con un fuso, Lachesi con una sfera che determina il destino e Atropo con una bilancia e delle forbici per recidere la vita. E' appunto attraverso un filo che esse determinano per i mortali il destino e, dalla nascita alla morte, la durata della loro esistenza, la prima filando la tela della vita (presente), la seconda avvolgendo il filo al fuso (passato) e la terza tagliandolo (futuro).
E' la Moira Lachesi ad esprimere il concetto secondo il quale ognuno effettua la sua scelta di cui la divinità non è responsabile: 


"La virtù è libera a tutti; ognuno ne parteciperà più o meno a seconda che la stima o la spregia. Ognuno è responsabile del proprio destino, la divinità non ne è responsabile".
(Repubblica, X)

Si tratta però di una scelta con delle limitazioni, perchè si basa sia su quelle che sono le tipologie di vita oggettivamente a disposizione, che sul motivo della scelta stessa, in quanto come sostiene Platone: "La maggior parte delle anime sceglie secondo la consuetudine della vita precedente".
In questo mito viene quindi descritta una scelta condizionata da opportunità e ragioni determinate. Infatti le opportunità di scelta sono quantitativamente limitate e le ragioni che portano alla scelta stessa, tra cui il peso della vita passata, le limitano ulteriormente. Ciò da origine a una concezione di determinismo nella quale la determinazione dei mortali è influenzata da circostanze e situazioni che poi si riflettono sulle loro azioni.

Fonti: 
Grande dizionario enciclopedico - UTET

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